LA NOSTRA VALLE …

L’Alta Valle Cervo è posta tra la Valle di Gressoney e la Valsesia; racchiusa da una stretta cerchia di monti, conserva integro l’aspetto originario, in cui la natura aspra si fonde con le opere dell’uomo. La valle era anticamente conosciuta con il nome “la Bursch”, toponimo di origine walser che significa “piccola patria”, a testimonianza dell’unione amministrativa di questo piccolo territorio, ricco però di interessanti elementi culturali e naturalistici.
E’ lunga 19 chilometri in linea d’aria dalla Punta Tre Vescovi (2501 m) alle porte di Biella. E’ anche conosciuta come Valle di Andorno: “Cervo” è infatti il nome del torrente che la percorre per tutta la sua lunghezza, mentre “Andorno” è l’antico nome della Comunità formata dai paesi che la compongono, ai tempi comandata dall’abitato di Andorno. I suoi confini sono idealmente segnati da un arco di montagne (dal monte Cresto, 2545 m, alla Punta Tre Vescovi, 2501 m, sino alla cima di Bo, 2556 m), tra le quali si aprono i colli che conducono alle vallate con essa confinanti (Colle della Vecchia, della Mologna e del Croso).
La valle si suddivide in Alta Valle, composta dai comuni di Campiglia Cervo, Rosazza e Piedicavallo, e in Bassa Valle, a sud, i comuni diSagliano Micca (città natale di Pietro Micca), Andorno, Miagliano, Tavigliano e Tollegno.
La parte alta della valle si estende su un territorio montano di circa 73 km², dalla cosiddetta strettoia di Bogna all’arco delle Alpi Pennine. Dall’Alta Valle parte la strada panoramica Zegna, attraverso il parco naturale denominato Oasi Zegna conduce alla stazione sciistica di Bielmonte.
Offre un ambiente naturale lussureggiante, con faggete, castagnete, pittoreschi torrenti e pascoli in quota. Comodi percorsi pedonali selciati uniscono i paesi, permettendo brevi passeggiate alla scoperta della natura e degli antichi borghi rurali.

LA STORIA
L’Alta Valle del Cervo nasce come entità autonoma nel 1694, con decreto emanato dal duca di Savoia Vittorio Amedeo II che sanciva la separazione dal marchesato di Andorno e la formazione del nuovo comune denominato Valle. Nel 1700 si attua la divisione in quattro Comuni: Campiglia Cervo, San Paolo Cervo, Quittengo e Piedicavallo. Nel 1906 si costituisce, per smembramento da Piedicavallo, il Comune di Rosazza; nel 2016 in seguito alla fusione dei Comuni di San Paolo Cervo, Quittengo e Campiglia Cervo è nato il nuovo Comune unico di Campiglia Cervo.
Nei decenni successivi l’Alta Valle, grazie all’emigrazione stagionale delle sue maestranze qualificate e all’immissione dall’estero di consistenti rimesse finanziarie, usciva da un’economia povera di sussistenza e si avviava verso un periodo di stabilità sociale. Il miglioramento delle condizioni economiche, unitamente all’impulso venuto dalla raggiunta autonomia amministrativa, favorì la realizzazione di progetti di rilevante impegno: strade, i ponti in pietra, gli ampliamenti delle chiese delle borgate e dell’ospizio di San Giovanni Battista, gli oratori e i campanili.
L’accessibilità dei valichi posti sullo spartiacque e l’importanza del mercato di Andorno hanno favorito il popolamento e l’incontro tra etnie eterogenee, fatto ancora oggi testimoniato dalla presenza di cognomi e toponimi di chiara derivazione germanica e franco-provenzale. Allo stesso modo si sono radicate consuetudini comunitarie di vita e di lavoro che hanno permesso la sopravvivenza di una peculiare cultura valligiana, unica nel territorio biellese. Nei secoli passati, le scarse risorse la mancanza di opportunità locali hanno favorito l’emigrazione degli uomini della Valle, prima stagionale e poi temporanea. Si è trattato di una emigrazione qualificata, fatta di scalpellini, muratori e capo mastri, portatori di una significativa tradizione di lavoro. L’apertura delle cave, le Scuole Professionali ad indirizzo edile di Campiglia e di Rosazza sono state il fondamento dell’economia valligiana, testimoniata da opere presenti in tutto il mondo.